Una volta, in un paesino di montagna, viveva un vecchio solitario che aveva sempre anteposto il denaro e gli affari, all’amore per il prossimo e per gli altri. Era talmente avido, che spesso durante la notte si alzava per contare il suo denaro senza riuscire più ad addormentarsi, ed era così disinteressato alle vicende altrui, che nessuno in paese gli voleva bene.
Una notte di dicembre, era quasi Natale, dopo aver contato gli incassi della giornata e non riuscendo a prender sonno, il vecchio decise di andare a fare una passeggiata. Era una notte buia e fredda, ma nonostante questo, in lontananza, si sentivano canti e risate di bambini.
Ad un certo punto, udì qualcuno che pronunciava il suo nome, che gli chiedeva aiuto e lo chiamava “fratello”. Non avendo né fratelli né sorelle, il vecchio si stupì molto della cosa.
Per tutta la notte continuò ad ascoltare le voci che raccontavano storie tristi e allegre, tutte quelle storie di vita quotidiana da cui lui, da sempre, aveva deciso di stare alla larga, di non interessarsene, e scoprì la vita che si nascondeva dietro ad ogni persona. Iniziò a piangere, e pianse per tutta la notte senza mai smettere.
La mattina dopo, le sue lacrime non erano sparite ma risplendevano appese al cespuglio sul quale lui si era appoggiato: era nato il vischio.
L’usanza nordica vuole che il vischio, dono degli Dèi agli uomini, sia regalato all’inizio del nuovo anno come augurio, e come oggetto magico per scacciare Demoni e malefici. Con questo significato, viene appeso nel periodo natalizio sugli usci e alle finestre come potente talismano.
Per una coppia, il gesto di baciarsi sotto al vischio sta a significare l’imminenza delle loro nozze (di solito entro l’anno).
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