☆ Il Regno Segreto di Morgana ☆
È la dimensione nascosta ai sensi fisici, in cui governa Morgana la Fata. Nelle saghe del Graal ha nome Avalon, e corrisponde al Sidhe degli antichi Celti, il piano dell’Essere in cui le creature dei mondi sottili posero la loro dimora, secondo la mitologia irlandese, dopo la loro scomparsa dal mondo fisico.
Il Sidhe è un universo parallelo al nostro, che può interagire con noi a determinate condizioni e specialmente in determinati momenti, il più noto dei quali è Samhain, che ha anche dato origine alla festa di Halloween. In quella giornata, si ritiene che il popolo del Sidhe e gli esseri umani possano avere contatti tra loro.
Le leggende irlandesi narrano di un popolo di semidei, i Tuatha de Danaan, “figli della dea Danu”, che abitarono l’Irlanda, ma furono sconfitti dagli invasori Milesi e si rifugiarono nel sottosuolo. Là divennero gli Elfi, i Folletti e in genere ciò che è chiamato il Piccolo Popolo, o “Buon Popolo”, un termine che però appare apotropaico, in quanto non sempre i rapporti tra uomini e Sidhe, nelle leggende irlandesi, sono pacifici. Nel ciclo arturiano il Regno Segreto resta tra le quinte, pur essendo presente in ogni circostanza di rilievo. È nel regno della Dama del Lago che viene allevato Lancillotto, e da là proviene la spada Excalibur, simbolo per eccellenza del potere di Artù.
Merlino viene imprigionato in una prigione di aria o di cristallo dalla Dama del Lago, ed Artù morente viene trasportato ad Avalon dalla sua sorellastra Morgana: si potrebbe dire che tutto inizia o finisce nel Sidhe, che costituisce lo sfondo misterioso delle azioni umane destinate a rimanere nella storia, e conferisce loro quella profondità e potenza che altrimenti non avrebbero.
Si può tracciare un parallelo fra la presenza del Sidhe nelle tradizioni celtiche, e l’intervento degli Dèi nei poemi omerici. Sebbene il mondo degli uomini e l’Olimpo siano ben separati tra loro, è sempre possibile un’interazione reciproca, dovuta al fatto che gli Dèi guardano con attenzione alle nostre vicende.
Se ne potrebbe dedurre, benché nessun poeta osi affermarlo apertamente, che il regno divino non sia immune agli effetti degli accadimenti umani e che, per tale motivo, gli abitatori fatati del Sidhe fossero stati molto attenti alle gesta di Artù e della Tavola Rotonda.
✯ I Mediatori fra Morrigan e gli Umani ✯
(Gli Esseri di Luce e gli Esseri Splendenti)
I Thuata di Danaan sono gli Esseri di Luce od Esseri Opalescenti, gli Elfi. Gli Esseri Opalescenti godono dalla posizione di grandi capi e principi fra le tribù di Dana (Morgana).
Essi vengono visti con minor frequenza degli Esseri Splendenti (le Fate) e traggono il proprio nutrimento direttamente dall’anima del mondo. Sono dotati di maggiore individualità, ma anche di maggiore unità spirituale rispetto ai componenti delle tribù splendenti, sono molto alti e vivono enormemente più a lungo degli uomini, ma alla fine muoiono e trapassano in nuovi corpi.
Si dice che siano capaci di emettere con il respiro altri esseri, fungendo da entità materne, e in quanto all’aspetto fisico si racconta che sono di un brillante colore argenteo con una sfumatura di azzurro o di viola pallido. I Thuata di Danann sono stati da sempre una razza spirituale che abita dimensioni energetiche, non fisiche come gli esseri splendenti.
L’ubicazione di questo popolo è nelle isole settentrionali del mondo, nelle terre del Nord, dominio di Morrigan e della terra, dominio dell’oscurità e della luna, dove erano dediti allo studio delle scienze occulte e della Magia, delle arti druidiche e della Stregoneria.
Fra i Tuatha di Danaan prendono posto i “compagni di strada” (Coimimeadh) che ci accompagnano lungo la nostra vita, guidandoci lungo il nostro cammino spirituale, sotto dirette istruzioni della Dea. Abitano in una vita parallela alla nostra e fungono come un particolare alleato fatato: avendo il potere di conoscere il passato, presente e futuro, sono capaci di donarci l’illuminazione attraverso la divinazione. Può capitare di essere consapevoli del nostro compagno di strada più volte durante il giorno e la notte, grazie a questi amici con capacità medianiche, che indicherà una conseguenza naturale di una progressiva crescita spirituale.Le Fate sono spiriti elementali o Esseri Splendenti. Gli Esseri Splendenti sono ad un livello gerarchico inferiore, un’inferiorità che corrisponde alle loro caratteristiche naturali.
Come ben sappiamo, le Fate sono esseri privi di vita individuale, e nella tradizione fatata la luna nuova è chiamata Luna Sidhe, giacché è il momento in cui Morrigan lascia la terra e si reca nel Regno delle Fate, facendole entrare in contatto con gli umani.
La figura della Fata nello studio della mitologia irlandese, celtica e galeica, trova due filoni interpretativi: il primo vede la Fata come le Dea del Destino, mentre il secondo la vede come una figura femminile soprannaturale, capace di compiere atti magici.
Nel mondo latino le Fatue (Fate) erano divinità campestri facilmente sovrapponibili alle Ninfe e ai Satiri che, come del resto i Fauni e i Silvani, erano divinità legate al culto della fecondità, ed avevano un carattere erotico molto pronunciato: le Ninfe erano rappresentanti della Dea, e i Satiri erano rappresentanti del Dio Cernunnos (Satyroi significa “i pieni”, ed identifica lo stato di eccitazione erotica che li caratterizza).
I Satiri potevano essere uomini che personificavano gli antichi Dèi della vegetazione, ma non sempre riuscivano a controllare i loro istinti brutali, infatti sono molti i miti che trattano di Ninfe violentate.
Il luogo dove abitavano le Fate era collegato alle isole della costa britannica, e la più nota di queste isole, oltre ad Avalon, che compaiono e scompaiono all’orizzonte, è tir nan og, il luogo nel quale si erano rifugiati i Tuatha di Danaan, cioè il popolo della dea Dana, Regina delle Fate.
Altre rappresentanti della Dea sono le Sirene (metà donne e metà uccello, relazionate anche con la Dea Uccello rappresentata da Morrigan come Dea Corvo), ma esse sono più relazionate con Persefone, che viene considerata come la loro madre.
Alcuni studiosi ritengono che le Sirene fossero le compagne della regina degli inferi, e che fosse stata proprio costei a mandarle sulla terra. Il compito di queste divinità era, infatti, di portare a Persefone coloro che erano destinati ad entrare nel regno dei morti, e pare che il momento del trapasso potesse essere addolcito dal loro canto e dalla musica.
I nomi delle Sirene vengono anche rapportati alla sfera della triplice Dea: Thelxinoe (l’incantatrice), Aglaope (colei che ha una voce meravigliosa) e Pasinoe (la seduttrice), sono associate ai tre aspetti della Dea, senza contare il quarto aspetto nero, carica ricoperta da Persefone stessa; nel pantheon irlandese troviamo Aglapoe rappresentata da Brigid (Dea dell’Arte), Pasinoe da Diana (la Grande Madre capace di fecondarsi) e per ultimo Thelxinoe, relazionata appunto con Morrigan, la Maga.
Nella Mitologia Greca le Sirene, mediante il loro richiamo dicono ad Ulisse che loro possono sapere tutto ciò che avviene, in qualsiasi momento e in qualsiasi luogo della terra, e questo le collega direttamente alle figure delle antiche Dee oracolari, cosa che probabilmente erano all’origine, essendo anche collegabili agli Esseri Splendenti, portatrici della capacità di conoscere il Destino.
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