È giunto il tempo del Risveglio, e conoscere finalmente la nostra Vera Natura, ciò che siamo oltre la forma, la mente e le idee. Essere la risposta che abbiamo sempre cercato invano, l’unica vera risposta che offre pace e che l’Essere Umano ha sempre voluto: «Chi Sono Io?»
Essere la risposta che cerchiamo è fondamentale, e questo è possibile solo quando la mente diviene silenziosa e vuota per permettere il riconoscimento, soltanto in quel caso è possibile sperimentare lo stato di Illuminazione, Essere il Sé senza tempo, immutabile, luminoso, amorevole e sereno.
Ma la spiritualità non è fede cieca, è l’ideale che elimina il buio, è il principio che c’insegna ad affrontare ogni circostanza avversa od ostacolo con un sorriso. La spiritualità è insegnamento per la mente.
“…è come un fulmine – per un attimo puoi vedere la totalità, tutto ciò che c’è – e poi scompare.
Tu non sarai mai più lo stesso.
Non è l’illuminazione finale ma certo un gran passo verso di essa. Ora tu sai.
Ora che hai avuto una visione puoi cercarne un’altra.
Ora che hai avuto un assaggio della verità.”
~• Osho •~
Ognuno guarda alla vita in modo diverso, ma la maggior parte degli esseri umani vede la vita come una lotta costante per la sopravvivenza. Tali persone credono nella teoria della “Sopravvivenza del più forte”, sono soddisfatti del modo di vivere normale (per esempio avere una casa, un lavoro, un’auto, una moglie, un marito, dei figli ed abbastanza denaro per vivere). Sì, non è del tutto errato, queste sono cose importanti e dobbiamo focalizzarci sulla vita di ogni giorno e sul prenderci cura delle nostre responsabilità ed obblighi, piccoli e grandi.
Ma c’è qualcosa in più nella vita, uno scopo più alto, che è quello di conoscere e realizzare chi siamo. Conoscendo chi siamo otterremo ogni cosa, una sensazione di pienezza completa, con assolutamente nient’altro più da ottenere nella vita.
Quella realizzazione renderà la vita perfetta, perché tutto ciò che abbiamo accumulato o che cerchiamo di acquisire non conta, infatti per la maggior parte della gente la vita è ancora incompleta, come la lettera “C”. Questo vuoto, o mancanza, sarà sempre lì. Soltanto la conoscenza spirituale e la realizzazione del Sé può colmare questo vuoto ed unire le due estremità: in questo modo si formerà come la lettera “O”.
E allora… noi chi siamo? Noi siamo Erranti… Gli Erranti sono coloro che si risvegliano dal sonno alla loro vera identità di esseri spirituali.
Il “sonno” è semplicemente lo stato della vita di una persona che vive seguendo i modelli comportamentali di una “realtà” generalmente accettata. Durante il sonno sembra che il mondo fisico sia tutto ciò che ci sia di reale, tuttavia gli obiettivi della personalità terrena, come le ambizioni nel lavoro e nel matrimonio, ricercare la felicità, i soldi, il potere e l’autorità, e semplicemente sentirsi amato e adeguato, sono degni obiettivi a cui aspirare, sia che ci siamo risvegliati da questa “realtà” in un modo che ci fa sentire nuovi su questo pianeta, sia che ci affidiamo a questo modello, o a quello delle religioni, dei miti o della filosofia.
Ciò che è semplicemente accaduto è che ci siamo “risvegliati”, e non saremo più in grado di ritornare a quel nido, forse comodo, che possedevamo prima. Siamo coinvolti in un viaggio che durerà per tutta la nostra attuale incarnazione.
La nostra missione principale è una missione dell’essere. Siamo giunti qui per essere noi stessi, perché quando lo facciamo, la nostra frequenza vibrazionale riflette le vibrazioni di livello superiore delle nostre densità originarie o dei nostri cuori risvegliati, e questo aiuta ad illuminare la frequenza vibrazionale del piano terrestre.
Siamo giunti qui per offrire la nostra vita, momento dopo momento, per la Terra e la sua gente. Questa è un’importante missione non nel senso che si tratta di fare, ma di Essere. Ognuno di noi è un essere di pura luce. Ognuno di noi è completamente libero di scegliere il modo in cui manifestare questa luce.
Tutti i cosiddetti mali del mondo non sono altro che amore distorto. Ognuno di noi è un ologramma dell’unico grande Pensiero originale, ed esso è contenuto nella sua forma non distorta in ogni cellula del nostro corpo fisico, e in tutti i corpi più sottili che costituiscono la nostra mente, il nostro corpo ed il nostro spirito nella loro complessità.
Consideriamoci in questo modo, come un sole o un germoglio; tutto tranne che un umano, perché considerarsi come umani significa sempre muoversi verso l’esterno, ma il nostro vero Sé non è una cosa esterna. Il nostro vero Sé è senza distorsione, infinito nell’amore.
Non si può insegnare come attuare la compassione, non possiamo insegnare a noi stessi come comprendere la compassione che è racchiusa in noi e, persino attraverso il lavoro più duro e più intransigente su noi stessi, non possiamo aggiungere neppure un pizzico di compassione alla nostra personalità.
Possiamo insegnare a noi stessi a compiere azioni compassionevoli, ma la chiave di quella compassione infinita che veramente ci appartiene, non è da cercare nell’insegnamento e nell’apprendimento. È racchiusa nel momento presente, ed è quando entriamo nel momento presente che diventiamo vulnerabili alla più profonda percezione di noi stessi.
Un’autentica evoluzione spirituale implica la capacità di vivere pienamente ed armonicamente la propria esistenza in questo mondo. Vivendo con coerenza e sincerità, rispettando ed accettando i propri limiti e i propri tempi di maturazione, si procede anche sul cammino della Luce senza perdere tempo.
Per prima cosa, facciamolo per noi stessi. Questo è contrario all’insegnamento degli ultimi cinquemila anni e forse più. Così tanti dei Vecchi Maestri lo hanno fatto per tutti gli altri, essi si sacrificavano, perlomeno questo è quanto la storia ha scritto.
Ma la prima preoccupazione di questi Maestri non era il servire gli altri. Quella è una beffa. Come poter essere un Maestro, un insegnante se non ci si prende cura di se stessi? Questo è un principio molto semplice.
Ci hanno lasciato credere che la salvezza viene dal servire gli altri, dal fare cose come donare generosamente alle chiese o alle organizzazioni, nel sacrificare noi stessi. Tutto questo è, francamente, vecchia energia. Come Maestri ci si prende cura per prima cosa di se stessi, del proprio corpo, la propria mente, il proprio Spirito.
Bisogna cercare un riequilibrio, cerchiamo di liberarci ed essere in salute, di riuscire a lavorare in una modalità multidimensionale: la maggior parte degli esseri umani esiste solo in una dimensione, esiste a malapena nella terza dimensione, bisogna cominciare ad esistere su dimensioni multiple.
Quando siamo liberi, equilibrati e in salute, gli altri lo vedranno e lo percepiranno, diventeremo per loro uno Standard. Se siamo depressi, malati, se siamo finanziariamente esauriti e corriamo dietro alle bollette da pagare, questo non sarà di nessun esempio per gli altri e renderà la nostra “maestria” una beffa: gli altri esseri umani hanno bisogno di vedere un esempio di maestria e, soprattutto, noi meritiamo di esserlo. Meritiamo di prenderci cura di noi stessi.
Ma, non avendo fiducia in noi stessi, siamo stati indotti a credere che non dobbiamo prenderci cura di noi, siamo stati indotti a credere che dobbiamo farlo per tutti gli altri, non per noi stessi.
Presero piede queste parole: “egoista”, “egocentrico”, “pieno di sé” e furono viste come negative. Ma è una grande cosa essere pieni-di-sé! Posso servire ed insegnare agli altri quando sono sereno ed equilibrato. Voi mi ascoltate vantarmi, parlare della mia grandezza e del mio intelletto, e del mio fascino, naturalmente, il mio bell’aspetto. Se non possiamo affermarlo in primo luogo per noi stessi, possiamo esseri sicuri che nessun altro lo farà per noi.
I Maestri si prendono cura di se stessi come prima cosa, e questo è contrario alla maggior parte (se non a tutti) degli insegnamenti che abbiamo ricevuto. Come prima cosa prendiamoci cura di noi, è la cosa più profonda e sacra che possiamo fare per noi stessi. Noi non abbiamo responsabilità verso gli altri esseri umani, non abbiamo responsabilità verso la Coscienza di Massa, ed è tempo di realizzare che anche questa idea che ognuno deve procedere allo stesso ritmo è un’illusione.
Alcuni insegnano che quello che accade ad uno deve accadere a tutti, che se c’è qualcuno che si oppone tutti devono aspettare, ma questo non è assolutamente vero. Noi tutti siamo sovrani. Nulla dice che dobbiamo aggiustare, riparare qualcun altro e, di fatto, questo sarebbe per lui un disonore.
La cosa più grande che possiamo fare per gli altri è onorarli per il Cammino che percorrono, per le loro scelte (non importa quali), e la seconda grande cosa che possiamo fare per loro è di essere lì quando invocano un “insegnante”, una guida… Ma non bisogna “insegnare” a coloro che non lo richiedono.
Avete visto cosa è accaduto alle chiese e ai loro movimenti di evangelizzazione, quando cercavano di convertire tutti? Questo ha portato pace alla Terra? Ha nutrito i poveri? L’aver imposto la nostra volontà e i nostri sogni agli altri ha risolto i problemi del mondo? Assolutamente No. Se gli umani avessero pensato di avere rispetto e compassione per ogni altro umano, questo avrebbe veramente cambiato l’energia.
Quando Baba Bedi parlava di realizzazione non si riferiva solo al raggiungimento dell’unione cosciente con il Divino, ma innanzitutto a quelle azioni che rendono la quotidianità della nostra vita piena di soddisfazione e di gioia. La parola realizzazione viene oggi invece usata in modo ambiguo, infatti si sente spesso dire che una persona è realizzata quando ha raggiunto la totale illuminazione, cioè quando ha sperimentato l’Essenza divina in sé.
Questa definizione di realizzazione non è sbagliata, ma si riferisce solo al raggiungimento dello stadio finale, saltando a pie’ pari di tutte le fasi intermedie. Induce quindi molte persone a sottovalutare l’importanza della vita materiale e spesso a penalizzare il benessere psicofisico per focalizzarsi esclusivamente sull’evoluzione spirituale.
Chi cerca di perseguire l’illuminazione senza aver imparato a vivere armonicamente e totalmente la quotidianità della vita, compie lo stesso errore di chi volesse raggiungere l’ultimo piano di un grattacielo compiendo balzi sempre più alti, senza attraversare via via i piani intermedi. Un simile comportamento a volte può essere causa di gravi turbe psichiche o di seri problemi fisici e, nella migliore delle ipotesi, è fonte di profonde insoddisfazioni e scoraggiamenti, dovuti ai molti anni di sacrifici infruttuosi, oppure è la matrice di varie forme di presunzione e di autoesaltazione.
Tuttavia, accettare e rispettare se stessi e il proprio livello di maturazione non significa adagiarsi, ma camminare attentamente al proprio ritmo, seguendo le indicazioni degli organi della Luce, e superare gli ostacoli che via via si incontrano. Se poi capita di non vederne uno e di inciampare o di cadere, non bisogna scoraggiarsi o denigrarsi, ma riprendere il cammino con amore, pazienza e fiducia nelle proprie capacità.
Vivere con coerenza e sincerità significa anche essere fedeli a se stessi, cioè manifestarsi ed esprimersi così come veramente si è. Significa togliersi le innumerevoli maschere dietro alle quali nascondiamo il nostro vero volto, significa ritrovare la spontaneità e l’autenticità che avevamo da bambini. Essere vuol dire vivere attivamente e coscientemente tutte le nostre potenzialità. Esistere invece significa lasciarsi vivere, senza consapevolezza, senza utilizzare le potenzialità che si hanno a disposizione.
La maggior parte delle persone esiste in uno stato di semi-incoscienza, senza una chiara prospettiva, senza una finalità. Per questo motivo tali persone agiscono come le bandiere al vento, lasciandosi trasportare dalla moda, dalle pubblicità, dagli amici… e non raggiungono mai la piena soddisfazione, oppure si annoiano a morte, perché non sanno cosa farsene della loro vita.
Vivere quindi non significa solo agire con dinamismo e vitalità, ma utilizzare pienamente e consapevolmente tutte le proprie capacità per ottenere innanzitutto ciò che si desidera nell’ambito materiale, perché l’anima ha un corpo che dev’essere curato, rispettato ed apprezzato. Il corpo infatti è uno strumento essenziale, senza il quale l’evoluzione stessa sarebbe praticamente impossibile.
Se non si sono risolti i problemi di sopravvivenza e di benessere psicofisico, non si conquista la pace interiore. Non bisogna dunque dimenticare che i due aspetti, materiale e spirituale, non si escludono a vicenda, ma anzi non sono mai nettamente separabili l’uno dall’altro.
La vita è come noi la vogliamo. Noi stessi creiamo la nostra vita felice od angosciata, a seconda degli atteggiamenti interiori che seguiamo. Se diamo retta ai pensieri negativi, alle paure, ai rimpianti, ai rancori, se aspettiamo che siano gli altri a farci felici, vivremo una vita piena di sofferenza e di infelicità. Se invece vogliamo essere felici, dobbiamo individuare tutto ciò che può darci gioia e realizzarlo.
Ma, prima di tutto, dobbiamo imparare ad amare noi stessi. Amarsi è fondamentale per avere “successo” nella vita.
Data la lunghezza dell’articolo, il post è stato diviso in più pagine:
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