❈ L’Armata Ducale ❈
Un’altra data storica si aggiunse alle tante che contribuirono a rendere possibile l’esatta collocazione temporale delle fondamentali vicende lottiane, e dei più importanti avvenimenti: in quel giorno di fine estate, quando già gli uccelli cominciavano a preparare le loro penne per il lungo viaggio verso Sud, le vipere salivano sugli alberi per partorire ed i primi ricci cadevano sul fogliame del bosco lasciando libere le dolci castagne, nella cittadella di Lot fu autorizzata ad insediarsi nel nuovo Presidio Militare la neonata Gilda dell’Armata Ducale.
Si trattava di un corpo scelto dell’Esercito Ducale che, ancora una volta, aveva il compito di difendere le mura della città e conquistare nuovi territori, capaci di far fruire nuove ricchezze nel Granducato.
La Gilda dell’Armata Ducale nacque grazie all’impegno di diversi personaggi militanti nell’Esercito; l’esigenza della sua fondazione si fece più pressante quando il numero degli iscritti al GDR Esercito crebbe in maniera esponenziale e divenne mal gestibile da un unico gruppo di comando. Gli ordini, infatti, rischiavano di accavallarsi e quindi di esser mal eseguiti sia dai Sottufficiali che dai Soldati stessi.
Un Soldato, inoltre, riusciva a passare di grado in pochissimi giorni dopo la sua iscrizione nell’Esercito, perché l’avanzamento di grado avveniva solo grazie all’accumulo dei punti esperienza ottenuti combattendo ai Monti delle Nebbie; ma, essendo il nemico sempre presente in quella zona e quindi facilmente stanabile, pochi erano i duelli persi rispetto a quelli vinti, e così i punti esperienza crescevano velocemente per tutti senza particolari distinzioni. La scuola GDR aveva sempre funzionato a dovere, ma si stava rischiando un collasso e il mal governo militare.
Le proposte, prima di giungere alla fondazione dell’Armata Ducale furono molteplici, ma sempre scartate dai Nobili, dall’Illustrissimo Conte Thorm e dall’Ordine dell’Unicorno per la loro poca praticità ed attuabilità, perché in pratica si scontravano con la realtà di Lot, con la vita degli abitanti e non di meno con le regole dell’Esercito Ducale.
Le stesse idee, presentate ogni volta, non furono però scartate a priori, ma vennero utilizzate per la proposta successiva e quindi in parte migliorate ed approfondite, cercando di coprire le lacune ed analizzare le varianti fino a raggiungere l’ambito successo.
Comandante Supremo dell’Armata fu nominato il Console dell’Esercito Ducale, poi vi era un Consigliere, individuabile dallo stemma del Giglio di Corte che portava sul petto e dal colore viola del suo mantello, che fungeva da raccordo fra la Corte dei Nobili di Lot e la Consulenza Strategica Militare. Gli altri gradi inferiori, partendo dal Generale dell’Armata Ducale fino a giungere al grado di Soldato semplice, ricalcavano lo schema dell’Esercito nelle gerarchie e nelle competenze. Sei le compagnie che componevano l’Armata, e due i plotoni per ognuna di esse.
Lo stendardo che rappresentava l’Armata portava su di sé il Presidio, con due spade incrociate e più sotto il pugnale infuocato del Granducato. Le mostrine, che identificano i graduati, erano a fondo nero, diversamente da quelle dell’Esercito che erano a fondo azzurro.
Il saluto era AVELOT, ed il grido che univa e dava forza durante le battaglie contro il nemico era:
«Lunga vita a Lot! Lunga vita ai nobili! Lunga vita all’Armata Ducale!»
Il Presidio dell’Armata Ducale sorgeva su di un altopiano, il cui accesso era consentito dalla Rocca dei Venti. Da esso era possibile controllare ogni movimento fuori le mura di Lot e il sopraggiungere, da ogni lato, d’eventuali forze nemiche.
Non era possibile raggiungere la postazione militare da altri versanti se non dal lato Nord Ovest. Anche da lì, però, era impossibile infiltrarsi all’interno della struttura, se non col consenso dalle stesse forze militari, grazie agli innumerevoli trabocchetti posti a difesa.
Cinque erano le Torri che sovrastavano l’altopiano e che era possibile vedere già da molte leghe in lontananza: Torre Saggezza e Torre Onore, che custodivano al centro la grande Torre Erik; Torre Forza e Torre Coraggio, che accoglievano chi giungeva al Presidio; un fossato profondo, infine, impediva il libero accesso. Alto il numero d’armamenti custoditi e piazzati pronti al combattimento, baliste pesanti su ogni torre, balestre e buttafuoco all’interno delle mura.
Durante l’inaugurazione della struttura militare fu presentato uno schema che ancora oggi fa parte dei registri pubblici dell’Armata.
La passeggiata lungo il perimetro alto delle mura e che passava all’interno d’ogni Torre, permetteva l’esatto e comodo appostamento dei Balestrieri ed un più preciso puntamento delle armi da difesa.
Nei giorni che seguirono il pronunciamento dell’Araldo di Corte, riguardo alla nascita della nuova Gilda, si crearono dei disagi fra i Soldati che a Lot s’incontravano passeggiando ai Giardini delle Delizie o lungo le strade della cittadella; avveniva, infatti, che quando un Fromboliere dell’Armata scorgeva il sopraggiungere di un graduato superiore, ma appartenente all’Esercito Ducale, non sapeva se fosse libero di non salutarlo o, al contrario, incorresse così facendo nel rischio d’insubordinazione.
Il Console allora in carica, Blackice, portò subito rimedio stilando un ordine di servizio che però fu anche reso pubblico, per così evitare discorsi e chiacchiere inutili che certamente si sarebbero venute a creare fra la popolazione, e che avrebbero tolto del lustro all’apparato militare.
Egli emise l’editto puntualizzando che il saluto militare andava svolto esclusivamente tra membri dell’Armata Ducale, e stessa cosa era da attuare fra i membri dell’Esercito Ducale. Non si riserbò, tuttavia, di sottolineare che per semplice forma di cortesia e rispetto, le due strutture militari si potevano salutare tra loro.
Sancì anche altre disposizioni. Gli ordini che i superiori emanavano per un corpo, non erano obblighi per l’altro e l’accesso alle strutture militari di difesa era ristretto ai solo membri dell’Armata Ducale; questo per non permettere a chi non aveva seguito la disciplina della scuola-esercito, di avvicinarsi a cose che non conosceva creando confusione durante le manovre militari o, peggio che mai, durante una battaglia.
Lot da quel giorno fu una città più sicura di quanto non lo fosse stata nel passato, e gli abitanti certamente avrebbero dormito sonni più tranquilli, sapendo le mura ed i loro beni attentamente sorvegliati giorno e notte.Data la lunghezza dell’articolo, il post è stato diviso in più pagine:
★ Info Post ★