(Leggenda Inglese)
C’era una volta, una collina su cui si ergevano tre grandi alberi, e nelle notti di luna piena, capitava di udire dei canti e di scorgere tre Dame verdi danzare.
Nessuno osava avvicinarsi ad essa, eccetto un contadino che ogni anno, prima che calasse la notte di mezza estate, saliva sulla collina per deporre delle primule ai piedi dei tre alberi. Le foglie stormivano, il sole brillava e il contadino, per sicurezza, faceva sempre in modo di rincasare prima che facesse buio.
Possedeva una fattoria assai produttiva, e di sovente narrava ai suoi tre figlioli: «Mio padre mi diceva sempre che la nostra fortuna sta lassù; quando sarò morto non dimenticate di fare come me, come fece mio padre prima di me, e come fecero tutti i nostri avi.»
I ragazzi lo ascoltavano, eppure non lo prendevano troppo sul serio, tranne il più giovane. Allorché il padre ormai vecchio morì, la fattoria venne divisa in tre parti: il fratello maggiore si prese quella più grande, il secondo una parte più piccola, e il più giovane si dové accontentare di una fascia di terreno arido ed impervio, situato ai piedi della collina. Invece di lamentarsi, iniziò a lavorare la terra di gran lena, cantando. Ogni sera, prima del tramonto, rientrava a casa.
Un giorno i due fratelli andarono a trovarlo. Le loro grandi fattorie non rendevano bene, e nel momento in cui videro il piccolo campo d’orzo così rigoglioso, i pochi alberi così carichi di frutta, le verdure così verdi e deliziosamente profumate, furono rosi da un’opulenta invidia.
«Chi ti aiuta nel tuo lavoro?» chiesero. «Dicono giù al villaggio, che qui la notte si canta e si balla. Un contadino che lavora sodo, la notte dovrebbe essere a letto.»
Il giovane non rispose e continuò a lavorare.
«Eri tu quello che abbiamo visto sulla collina vicino agli alberi, mentre venivamo qui? Cosa stavi facendo?»
«Facevo quello che nostro padre ci aveva raccomandato di fare ogni anno, questa è la notte di mezza estate» rispose tranquillamente il ragazzo.
I fratelli erano davvero molto arrabbiati.
«La collina è mia!» urlò imbufalito il maggiore. «Che non ti veda mai più lassù! E per quanto riguarda gli alberi, ho giusto bisogno di legname per costruire il mio nuovo granaio. Domani ne taglierò uno, e voi due mi aiuterete.»
Ma il secondo fratello, disse che l’indomani sarebbe dovuto andare al mercato; il più giovane tacque.
Il giorno seguente, il giorno di mezza estate, il fratello maggiore salì sulla collina con i suoi braccianti muniti di asce, e interpellò il fratello minore, che stava lavorando nell’orto, affinché venisse ad aiutarlo.
Per tutta risposta, egli lo ammonì: «Rammentati che giorno è oggi!»
Il maggiore non gli badò, e si avviò su per la collina alla volta dei tre alberi. Appena colpì con l’ascia il primo dei tre alberi, si udì un riecheggiante grido di donna: i cavalli e i braccianti fuggirono spaventati, ma egli proseguì il suo lavoro.
Il vento fischiava, gli altri due alberi agitavano furiosamente le fronde, e ad un tratto l’albero colpito, cadde sul contadino e lo uccise.
I braccianti tornarono sulla collina, per portar via il cadavere del padrone e l’albero abbattuto; da quel giorno, nelle notti di luna piena, si videro solo due Dame danzare sulla collina.
Il secondogenito decise di occuparsi della fattoria del fratello deceduto, mentre il più giovane seguitò a lavorare la sua fascia di terra, e alla vigilia di mezza estate non dimenticava mai di portare primule, ai piedi degli alberi sulla collina. La grande fattoria però non prosperava, e una vigilia di mezza estate, mentre il secondogenito si recava dal fratello minore, lo scorse sulla collina, nei pressi dei due alberi.
Non osando salire, da lontano gli urlò: «Lascia immediatamente la mia terra e porta via le tue mucche che danneggiano il mio steccato! Costruirò un nuovo, solido recinto intorno alla mia collina, e abbatterò uno degli alberi per procurarmi il legname.»
Quella notte, non ci furono né canti né balli sulla collina, ma solamente il pianto di numerose foglie; il più giovane dei fratelli, era molto triste.
Il mattino seguente, il secondo fratello salì sulla collina con la scure e gli alberi rabbrividirono; assicuratosi che non ci fosse vento, il quale avrebbe potuto fargli cadere l’albero addosso, colpì il tronco con grande forza. Cadendo, l’albero gridò con voce di donna, e il fratello minore, che osservava la scena dal sentiero lungo il campo dove pascolavano le sue mucche, vide l’albero superstite colpire con un ramo il fratello, uccidendolo.
Il più giovane divenne così padrone delle tre fattorie, eppure continuò a vivere nella più piccola, vicino alla collina e alla solitaria Dama verde. A volte, nelle notti di luna piena, si udiva una malinconica melodia provenire dalla collina. Ogni vigilia di mezza estate, il giovane depositava un mazzo di primule tardive ai piedi dell’ultima Dama verde, e le sue fattorie prosperavano.
Ancora oggi molta gente, anche senza conoscere questa storia, non ha il coraggio di salire sulla collina dal solo albero, specialmente la notte di mezza estate. Soltanto alcuni vecchi rammentano di aver sentito dire, durante la loro infanzia, che la collina non sarebbe mai dovuta essere recintata, perché apparteneva ad una Dama verde.
Ora la collina e l’albero sono soli, in quel luogo triste e pericoloso.
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