C’erano una volta due sorelline che vivevano in una valle incantata. La valle era protetta da altissime montagne che d’inverno si rivestivano di neve soffice e candida, e in primavera, al disgelo, cantava di freschi ruscelli che si rincorrevano limpidi e spumosi lungo i pendii.
Le due sorelline abitavano in una piccola baita nel bosco, ai piedi della montagna più alta, quella che, si diceva, aveva il Cuore di Cristallo, e trascorrevano la maggior parte del loro tempo in mezzo alla Natura, ascoltandone i suoni per i quali avevano una forte passione e cantando e danzando con essa.
Una delle due sorelle sembrava poter vedere quello che agli occhi umani non era concesso, cioè quelle creature che popolano il bosco e i luoghi in cui la Natura è incontaminata, quegli esseri sottili ed impalpabili che la tradizione definisce “fate”, “gnomi”, “folletti”… il cosiddetto “Piccolo Popolo degli Spiriti della Natura”, e spesso danzava con loro.
L’altra sembrava che avesse il dono di ascoltarne le voci, e con loro intrecciava canti, incantandoli con la sua stessa voce e con i suoni che scaturivano da tutto ciò che toccava.
Tutto sembrava sereno, nella valle, tutto sembrava scorrere in perfetta armonia, ma un giorno giunse loro notizia che strane cose stavano accadendo. Le montagne non sembravano più così accoglienti, la valle intristiva e con essa i suoi abitanti, la Terra sbottava di soprassalto più spesso di quanto facesse un tempo…
Forse la Natura manifestava i segni di quanto da tempo subiva dagli uomini… Sembrava che la Terra volesse dire qualcosa o, forse, chiedere.
Nei sogni delle due sorelline sempre più spesso la Montagna Alta, quella dal Cuore di Cristallo, compariva. Sembrava chiedere loro di mettersi in viaggio fino alle sue cime e da lì entrare nelle sue viscere, fino a raggiungere il centro del suo cuore cristallino. Fu così che un giorno le due sorelline si misero in viaggio, un po’ incerte perché non sapevano cosa fare, una volta arrivate là.
Sul cammino incontrarono uno strano individuo, un anziano dalla lunga barba bianca e dallo sguardo penetrante e azzurro come il cielo terso d’inverno.
«Dove state andando?»
«La valle sta soffrendo, e la Montagna Alta ci chiama fino al suo Cuore di Cristallo, ma neanche noi sappiamo perché, né cosa dovremo fare là, una volta raggiuntolo.»
«Benedette bambine!… Il Cuore della Montagna, un tempo puro e immacolato, ora è offuscato dal dolore che gli uomini, col loro agire incosciente, hanno inflitto alla Terra. La Terra soffre e la Montagna con essa…»
L’anziano, serio, proseguì: «Dovete sapere che il Cuore di Cristallo della Montagna raccoglieva e incanalava le energie purissime del Cielo, inviandole al centro della Terra e, viceversa, convogliava le forze della Terra verso il Cielo, creando un Ponte Sacro essenziale alla vita e all’equilibrio della valle e di tutto il pianeta. Chi ha creato questo mondo fa scendere le benedizioni dal Cielo sulla Terra attraverso ponti come questo, e se il Cristallo è offuscato il Ponte è interrotto… Per ridare gioia alla valle e ai suoi abitanti bisogna ripristinare il ponte, bisogna far tornare puro e immacolato il Cuore della Montagna, e per far questo bisogna farla cantare. Il canto del Cristallo scioglierà tutto il dolore e il cuore della montagna tornerà a risplendere puro, riportando luce nel cuore della Terra e pace agli abitanti della valle.»
«Ma come potremo far cantare la Montagna?» chiesero allora le bambine.
«Dovete fare in modo che il suo Cuore di Cristallo canti con voi.»
«Ma cosa dovremo cantare, per far sì che la montagna canti con noi?»
«Dovrete cantare il Nome segreto di Chi ha creato ogni cosa e che risuona incessantemente, da sempre, nel cuore di ogni uomo.»
Le due sorelle si guardarono, ciascuna sperando che l’altra avesse capito, e quando volsero lo sguardo sul saggio per farsi meglio spiegare, egli era già sparito.
Si rimisero in cammino ancor più confuse, incuranti del freddo e pensose. Erano presso la cima quando si accorsero di non esser sole, bensì circondate da creature vitree, sottili, che si confondevano con le nevi e coi ghiacci. Erano gli Spiriti a guardia della Montagna, pronti a mostrare loro il passaggio, altrimenti inaccessibile, per giungere al Cuore di Cristallo della Montagna stessa.
Le due sorelle si inoltrarono nel tunnel buio, scorgendo appena il percorso che veniva loro illuminato dal pulsare di quello che pareva il cuore di questi esseri non certo umani, un cuore silenzioso come loro e come la Montagna.
Finalmente giunsero al centro del Cuore della Montagna, e uno spettacolo meraviglioso apparve ai loro occhi. Una fenditura dall’alto lasciava passare un raggio di luce che si rifrangeva e moltiplicava se stesso sulle infinite sfaccettature di innumerevoli concrezioni cristalline…
Il Cuore della Montagna era veramente di Cristallo, di tanti cristalli stupendi che ne rivestivano le cavità silenziose, pulsanti di luce ormai debole, offuscata, che lasciava immaginare quel che l’uomo aveva inflitto alla Terra.
Gli Spiriti della Montagna si erano radunati silenziosi attorno alle due sorelle, in attesa. Il loro cuore luminoso pulsava col debole cuore della Montagna, che sembrava potersi spegnere da un momento all’altro, per sempre.
Le due sorelle si guardarono, anche loro in silenzio. In loro echeggiavano le parole dell’uomo incontrato sulla strada: «…per far cantare la Montagna, bisogna cantare il Nome segreto di Chi ha creato ogni cosa, un Nome che risuona incessantemente nel cuore dell’uomo… di ogni uomo… senza distinzione…»
Il Nome segreto racchiuso nel cuore di ogni uomo… un suono!… qui tutto è silenzio… un suono che sia un canto… il suono del suo battito, il suono del battito del cuore dell’uomo farà cantare la montagna!
Le due sorelle si presero le mani e le appoggiarono sul loro cuore, e cercarono di dargli voce, per far sì che tramite la loro voce arrivasse al cristallo per farlo vibrare… e il cristallo cantò, e cantò, e cantò di un canto sublime, e il dolore si sciolse e con esso l’oscurità.
Man mano che si levava il canto, dal Cuore di Cristallo della Montagna la luce sembrava inondare le viscere della Terra, e in men che non si dica tutta la valle risuonava di quel canto, che si propagava da montagna a montagna.
Agli occhi e alle orecchie delle due sorelline sembrava un miracolo, e danzarono di gioia, mentre continuavano a cantare quel suono che ciascuno, ignaro, custodisce nel cuore e che faceva vibrare la montagna. Forse gli uomini avrebbero continuato a devastare la Terra, forse il Cuore della Montagna avrebbe sofferto ancora e ancora una volta si sarebbe offuscato, interrompendo quel flusso di luce che dal Cielo giunge alla Terra…
Loro avrebbero comunque cantato e fatto cantare la Montagna, ed avrebbero insegnato quel canto ad altri, per riportare la serenità e la purezza del cristallo in ogni cuore, sempre.
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