★ Come sono i Draghi ★
Il Drago è una creatura mitico-leggendaria, dai tratti solitamente serpentini o comunque affini ai rettili, ed è presente nell’immaginario collettivo di tutte le culture, in quelle occidentali come essere malefico portatore di morte e distruzione, in quella orientale come creatura portatrice di fortuna e bontà.
Creatura dalla forza sovrannaturale, il Drago ha il corpo di serpente, le zampe da lucertola, gli artigli da aquila, le fauci di un coccodrillo, i denti di un leone e le ali di un pipistrello.
L’origine dei Draghi si perde nei meandri della storia dell’uomo, infatti compaiono nelle leggende di popoli del passato, sia europei che orientali, in cui sono visti come creature prodigiose: si riteneva che le ossa, così come il loro sangue, potessero avere elevate proprietà curative.
Il termine deriva dal latino draco (nominativo), draconem (accusativo), a sua volta proveniente dal greco δράϰων (drakon), con l’omologo significato di serpente. L’etimologia del termine è stata spesso discussa: connesso col verbo δέρϰεσθαι (dèrkesthai = “guardare”), probabilmente in connessione ai poteri legati allo sguardo di questi esseri, o alla loro presunta vista acutissima.
Tipicamente il Drago è visto come una creatura appartenente alla classe dei rettili, ha sangue freddo, è carnivoro e depone le uova (ovviamente esistono eccezioni). È possibile, a grandi linee, fornire due grandi metodi di distinzione per classificare questi animali fantastici: per classi (o famiglie) o per tipologie (o specie). Poiché i due metodi di raggruppamento non sono perfettamente sovrapponibili, è necessario esaminarli separatamente. Fra gli animali realmente esistenti, a volte vengono chiamati “draghi” le specie appartenenti al genere Varanus, come il varano di Komodo.
I DRAGHI SONO IL CORAGGIO CHE CI MANCA
IL CALORE CHE MAI STANCA
LA SICUREZZA CHE PURTROPPO IN NOI VACILLA
L’ASTUZIA CHE NELLE TENEBRE SCINTILLA
MA SE SI CREDE NEI VALORI
SE SI CREDE NEI NOSTRI CUORI,
SE SI CREDE NELLA FRATERNITA’
SE SI CREDE NELLA LIBERTA’
DOBBIAMO, POSSIAMO,
MA SOPRATTUTTO VOGLIAMO CREDERE AI DRAGHI Dall’Acqua sapienza noi Draghi sveliamo,
l’antica saggezza portiamo nel Cuore,
il falso in silenzio ognor combattiamo…
alla Vita e alla Morte doniamo valore.
Del Sole noi siamo guerrieri valenti,
siam forza, fierezza coraggio ed onore,
siam Draghi di Fuoco da sempre presenti…
alla Vita e alla Morte doniamo valore.
Tra i venti e le nubi voliamo maestosi,
noi Draghi dell’Aria destiamo l’ardore,
guardarci negli occhi il vile non osi…
alla Vita e alla Morte doniamo valore.
Custodiamo nel tempo tesori celati,
della Terra vivente abbiamo il colore,
da oscure caverne, da monti assolati…
alla Vita e alla Morte doniamo valore.
I Draghi sono rettili di dimensioni gigantesche, tanto che gli individui più anziani possono misurare fino a dieci metri in altezza e pesare cinque tonnellate. Sono dotati di enormi ali che consentono loro di mantenersi in volo, nonostante la mole, per un tempo pressoché indeterminato.
I Draghi sono inoltre estremamente intelligenti e sorprendentemente longevi, dal momento che la durata media della loro vita equivale a numerose generazioni umane. Il loro sviluppo può durare molti secoli prima di raggiungere la piena maturità, si narra che un uovo di Drago impieghi non meno di un secolo per schiudersi; inoltre, solo dopo altre centinaia di anni il Drago raggiungerà il suo massimo sviluppo, con la crescita sulla testa di lunghe corna ramificate.
Naturalmente, grazie alla loro grande longevità, queste leggendarie creature, che è estremamente riduttivo chiamare semplicemente “animali”, acquisiscono una conoscenza ed una saggezza senza pari: esse impiegano le loro spiccate abilità intellettive, di cui sono per natura dotati, nello studio della magia, e durante la loro millenaria esistenza possono raggiungere livelli di conoscenza dell’arcano ben superiori ai più grandi Maghi umani.
La maggior parte dei Draghi appartiene ad un allineamento caotico malvagio, mentre solo una sparuta minoranza ha un carattere stranamente docile e benevolo. I Draghi sono inoltre molto fieri di sé, orgogliosi e consapevoli di essere tra le creature più potenti al mondo.
Per tale ragione si reputano talmente superiori alle altre razze che non si intromettono quasi mai nelle vicende altrui, se non per diretto interesse. Amano la solitudine e detestano l’aggregazione, pertanto in centinaia di anni non risulta abbiano mai formato una vera e propria comunità.
Tuttavia, in base alle leggende tramandateci nei secoli, sembrerebbe quasi che i Draghi che oggi conosciamo, siano di indole di gran lunga peggiore rispetto a quelli che abitavano Virtude secoli or sono, quando ancora la terra era giovane.
Risulta infatti che da creature sagge e benevole quali erano, in un momento non precisato ma stimato circa cinquecento anni fa, si trasformarono nei feroci, aggressivi e biasimevoli mostri che appaiono oggi ai nostri occhi. Sembra infatti che in quell’epoca la loro ragione e centenaria saggezza vennero inspiegabilmente oscurate dalla brama di potere e dall’estremismo religioso che condussero la loro razza alla completa distruzione ed il mondo stesso sull’orlo dell’apocalisse.
Durante tutta l’età primordiale non risultano testimonianze dell’esistenza di Draghi, e i nostri antenati ne avevano nozione solamente tramite antiche leggende che narravano le gesta di queste divine creature. Vi sono leggende secondo cui alcuni Draghi vivrebbero da qualche parte al di là del vasto oceano. La razza dei Draghi si suddivide in varie specie, ordinate a seconda delle abilità magiche, dei luoghi d’origine e dell’allineamento morale, e ciascuna specie è caratterizzata da un determinato colore.
✾ I Draghi nella Cultura Antica ✾
Nelle leggende mesopotamiche, si narra di due esseri primordiali: Apsu, spirito dell’acqua corrente e del Vuoto, e Tiamat, spirito dell’acqua salmastra e del Caos. L’aspetto di Tiamat era quello di una creatura generata dall’unione di parti del corpo di tutte le creature che dovevano nascere: possedeva le fauci del coccodrillo, i denti del leone, le ali del pipistrello, le zampe della lucertola, gli artigli dell’aquila, il corpo del pitone e le corna del toro. Se formiamo un’immagine mentale di questa creatura, ci accorgeremo che risponde perfettamente alla nostra idea di Drago.
Secondo la leggenda, dall’unione di Apsu e Tiamat nacquero gli Dèi, uno dei quali uccise il padre, Apsu. In preda a furia animalesca, Tiamat diede alla luce molti mostri, i Draghi appunto, il cui compito sarebbe stato quello di perseguitare gli Dèi.
Presso gli antichi Greci e, a seguire, presso i Romani, acquisirono questo nome tutte le specie di serpenti grossi ed innocui che potevano anche essere tenuti come animali domestici. Già con Omero si cita un “drago”, un animale fantastico con una vista acuta, l’agilità di un’aquila e la forza di un leone, rappresentato come un serpente con zampe e ali, mentre Filostrato, nel 217 a.C., dissertava al riguardo di queste creature ne La vita di Apollonio di Tiana.
L’animale è già presente nella mitologia greca in vari miti, come in quello del Drago Ladone, padre delle Esperidi, ucciso da Eracle e posto nel firmamento nella costellazione del Draco, o del Drago Pitone ucciso da Apollo. Ampie trattazioni sul Drago sono presenti anche in opere di scrittori Romani come Plinio, nella sua “Historia Naturalis”, Gaio Giulio Solino e Pomponio Mela.
Nella favola di Fedro “La volpe e il drago”, il mitologico animale appare per la prima volta come guardiano di tesori nascosti. In Cina, i Draghi sono da tempo immemorabile, assieme alla Fenice, simbolo della famiglia imperiale.Il drago è divenuto quindi una creatura mitico-leggendaria presente nell’immaginario collettivo di numerose culture, sia come essere malefico (il drago nella Bibbia simboleggia il male supremo, il Diavolo), ma anche come guardiano e difensore di antichi tesori e luoghi magici, e portatore di grandissimo sapere e conoscenza.
Inoltre, non è infondato pensare che queste fantasie possano essere state alimentate dal ritrovamento di fossili di dinosauro, per l’epoca impossibili da spiegare altrimenti: ad esempio, già nel 300 a.C., un misterioso fossile ritrovato a Wucheng, Sichuan, in Cina, è stato etichettato come fossile di Drago da un tale Chang Qu.
✦ Draghi nella Cultura Moderna ✦
In epoca romantica, specie in area germanica ed anglosassone, cominciò a rifiorire l’interesse per la mitologia germanica. Questo interesse fu accompagnato da un moltiplicarsi di riedizioni del canto dei Nibelunghi e di sue rivisitazioni sceniche (la più importante è il ciclo drammatico-musicale “L’anello del Nibelungo” di Richard Wagner). In esse la figura del Drago, sempre presente, assume progressivamente caratteristiche tipiche dell’odierno fantasy.
Grazie agli scritti di Tolkien (“Lo Hobbit” e “Il Silmarillion”), la passione per il fantasy (dalla letteratura al gioco) è largamente diffusa. In questo contesto la figura dei Draghi risulta emblematica e fortemente radicata nell’immaginario collettivo.
Tra i giochi il più noto è sicuramente “Dungeons & Dragons”, ma anche “Warhammer Fantasy” e “Warcraft”.
Molti scrittori di fantasy del XX e XXI secolo, hanno poi scritto di Draghi: Margaret Weis e Tracy Hickman ne “Le Cronache di Dragonlance”, “Il ciclo di Death Gate” e ne “Il ciclo della Pietra Sovrana”; Licia Troisi ne “Cronache del Mondo Emerso” e ne “Le guerre del Mondo Emerso”; Markus Heitz ha parlato di Draghi nella sua Quadrilogia Dei Nani con i libri: “Le cinque stirpi”, “La guerra dei nani” e “La vendetta dei nani” in cui alla fine del libro, appare in circostanze misteriose quello che sembra un Drago.
Un Drago sui generis (per la precisione un “drago della fortuna”, ispirato in parte alla tipologia cinese) è inoltre uno dei protagonisti del romanzo “La storia infinita” di Michael Ende. Anche Rowling, nella saga di Harry Potter, ricorre alla figura del Drago, in modo particolare durante il IV capitolo della serie, dove rubare l’uovo del Drago è una delle prove del torneo Tremaghi.
Oltre a questa, c’è un’altra saga dove un Drago anziché essere un personaggio secondario, è un protagonista. Si tratta della saga di Christopher Paolini, nominata la saga dell’eredità che comprende “Eragon”, “Eldest”, “Brisingr” ed un quarto libro che è ancora in fase di scrittura.
Con un accento più fantascientifico, la scrittrice Anne McCaffrey ha dedicato un fortunato ciclo di romanzi ai Dragonieri di Pern. Sul pianeta Pern, anticamente una colonia terrestre, una casta di Dragonieri cavalca veri e propri Draghi, ottenuti con l’ingegneria genetica da una forma di vita indigena, i quali oltre alla classica capacità di sputare fuoco, possono viaggiare nello spaziotempo con il pensiero.
Una parodia dei canoni mitologici sui Draghi è poi rappresentata dal cartone animato italiano “Grisù” (1975).
Si deve citare inoltre “Spyro the Dragon”, la saga di videogiochi uscita su più piattaforme che ha come protagonista Spyro, un draghetto viola, creata da Insomniac Games, con la trilogia formata da “Spyro the Dragon”, “Ripto’s Rage!” e “Year of the Dragon”.
Alla figura del Drago sono stati anche ispirati diversi film, tra cui ricordiamo:
✫ “Elliott il drago invisibile” di Don Chaffey (1977)
✫ “Il drago del lago di fuoco” di Matthew Robbins (1982)
✫ “Dragonheart – Cuore di drago” di Rob Cohen (1996)
✫ “Dragonheart 2 – Una nuova avventura” di Doug Lefler (2000)
✫ “Dungeons & Dragons – Che il gioco abbia inizio” di Courtney Solomon (2002)
✫ “Il regno del fuoco” di Rob Bowman (2002)
✫ “Harry Potter e il calice di fuoco” di Mike Newell (2005)
✫ “Eragon” di Stefen Fangmeier (2006)
✬ I “Dragonkin” ✬
Esistono al mondo persone che sentono il proprio spirito legato a quello di alcuni animali, arrivando alla convinzione di essere reincarnazioni di lupi, gatti, uccelli ed altro, sentendosi quindi legati a tali specie di animali e a tutto il mondo naturale in genere. Tali persone si definiscono “Otherkin” (dall’inglese other = altro, e kin = amico stretto, fratello), e questo tipo di legame si verifica anche con creature mitologiche, come i Draghi, per l’appunto.
L’amore e l’interesse di alcune persone nei riguardi di questi animali fantastici, ha portato alla creazione di una vera e propria filosofia di vita, per cui si ha la certezza che la propria anima sia di origine draconica: questi sono i “Dragonkin”.
Il Dragonkin è quindi una persona che crede, in un modo o nell’altro, di essere un Drago, o comunque di stirpe draconica: avendo vissuto come Draghi in vite precedenti, affermano di possedere ricordi appartenenti al passato. Inoltre, secondo il loro credo, la loro anima appartiene ad un Drago.
Solitamente un “dragonkin” non vede gli altri come “esseri inferiori che necessitino di essere distrutti”, dato che, dopotutto, la loro attuale famiglia, i loro amici ed il loro stesso corpo sono umani; in ogni caso, il Dragonkin apprende il proprio stato tramite un processo chiamato “Risveglio”.
Di solito è un processo che richiede del tempo, e permette al Drago di riprendere possesso dei propri atavici ricordi. Spesso bersaglio di scherno su internet, queste persone si “difendono” con l’espressione FYIAD (acronimo per “F. y., I’m a dragon”), che ormai viene utilizzata largamente sulla rete un po’ da chiunque, per chiudere qualsiasi argomento di discussione con una specie di “dì pure quello che vuoi, tanto a me non interessa”.
Data la lunghezza dell’argomento, l’articolo è stato diviso in più pagine:
★ Info Post ★
molto belli interessanti e pieni di spunti saluto sito web dinosauridisasso